Amore sacro amor profano Edizione 2006
Posted by _coloriamo_1 on Giu 1, 2013 in Eventi | 0 commentsNell’estate 2006 gli Assessorati alla Cultura e al Turismo del Comune di Arenzano hanno dato incarico all’Associazione Culturale Coloriamo @ Musica di ideare ed organizzare un festival sulla canzone d’autore: saràAmore Sacro, Amor Profano. Formalmente indirizzato a celebrare l’opera di Fabrizio De André, che ad Arenzano tenne il suo ultimo concerto, Amore Sacro, Amor Profano ha ben presto allargato i suoi orizzonti, con il desiderio di abbracciare un novero più ampio fra i contributi del cantautorato attuale. Si è posta attenzione su quelle che potevano configurarsi come eredità o ispirazioni nei confronti del poeta genovese, piuttosto che sul tributo didascalico. Sulla rilettura in chiave stilistica, piuttosto che sulla riproposizione pedissequa.
È nato così un programma di attrattiva e di indubbie qualità culturali. La lirica intimista di Claudio Sanfilippo (Targa Tenco ’96 per la miglior opera prima), il jazz ligure di Barbara Raimondi, e – in modo particolare – le vicende poetiche del celebre Gianmaria Testa hanno rappresentato i cardini su cui si sono poggiate tre serate di splendido connubio fra musica e parola. Inoltre, per ottemperare ad altre sensibilità e per porre un accento di gioioso coinvolgimento, quasi una celebrazione festosa, “Amore Sacro, Amor Profano” si è prolungato in una serata fuori cartellone, che ha visto protagonista la “Tarantella Tarantata” di Antonio Infantino ed il suo ensemble di undici elementi. Una notte di canti popolari, danze e sonorità inusitate, calate nei riti originari del tarantismo, a cui hanno partecipato 600 spettatori.
Gli artisti
Claudio Sanfilippo – Marco Brioschi (6 agosto)
Legge Hemingway, Steinbeck, London, Melville, Wodehouse, Villaggio, ascolta i dischi di Dylan, Cohen, De André, Coltrane. Dal 1974 si professa gaberiano e breriano (anche se il Gioannbrerafucarlo lo farà soffrire nel ridurre Rivera a mero “prodigio stilistico”). Il suo comico preferito è: “Cochi e Renato”. Pratica un po’ di milanese in casa, ascolta Jannacci e Svampa. Non sempre coglie l’essenza di tutto ciò che legge e ascolta ma, parafrasando Jack London, avverte “il richiamo della foresta”. A sedici anni frequenta un corso di chitarra “di gruppo” in un circolo culturale, il suo maestro è un giovane Marco Ferradini, lo affascina il suo modo di suonare finger-picking. Si appassiona allo strumento, ci dà dentro di brutto, ha un certo talento per le tecniche arpeggiate, è abbastanza intonato: comincia il filotto giardinetti – spiaggia – corriera – osteria. Da subito sente il bisogno di comporre, è attirato da questa strana alchimia che è “la canzone”. Non passa giorno che non lo veda annusare ispirazioni e abbozzare canzoni, nella ricerca faticosa di un segno originale. Nelle sue composizioni risuonano ancora le note dei suoi maestri, e lui lo sa bene. Nel frattempo scopre due musicisti che determineranno il suo stile: James Taylor e Chico Buarque. Da lì raggiunge Joni Mitchell, John Martyn, Nick Drake, Jobim, João Gilberto, Vinicius de Moraes, Chet Baker, Stan Getz, Astor aciugo, e sente che in mezzo a tutte queste magnifiche cose c’è la tavolozza dei suoi colori.
Nei primi anni ottanta, con un pugno di canzoni di cui comincia a essere convinto, si esibisce dal vivo nelle feste di piazza e nei locali milanesi e non (è orgoglioso di essersi esibito all’Osteria delle Dame di Bologna e al Folkstudio di Roma). E’ un periodo di incontri fondamentali, a cominciare da quello con Luigi Grechi, alias De aciugo, che abita a un passo da casa sua. Da lui imparerà ad apprezzare nuova musica americana e ad amare le chitarre acustiche pregiate. Impossibile dimenticare il suo irish coffee nei pomeriggi di pioggia. Grazie a lui conosce Marco de Amici, l’amico marinaio che sarà una fonte d’ispirazione fondamentale e col quale navigherà migliaia di miglia in un Mediterraneo a vela. Conosce Francesco Saverio aciugo, Umberto Tenaglia e Massimo Gatti, con i quali esplora i primi arrangiamenti. Insieme a loro e a Lorenzo Pergolato, Alberto Cesana, Paolo Rosti e Massimo Messaggi, forma la “Casual Soppiatt Band”, un gruppo che alterna atmosfere puramente acustiche al soft-pop elettrico. Nel 1985 Antonio Silva, lo storico presentatore del “Tenco”, lo ascolta per caso suonare in un locale sui navigli e un mese dopo squilla il telefono, è “il patron” Amilcare Rambaldi che lo invita a partecipare alla rassegna. Pierangelo Bertoli incide la sua “Casual Soppiatt Swing” (dedicata al gruppo) nell’album “Canzone d’Autore”.
Collabora con “Cantare in Italiano”, un gruppo di giovani cantautori nato da un’idea di Edoardo De Angelis. All’inizio degli anni novanta, dopo una lunga serie di vani tentativi per registrare il primo album comincia a pensare che la discografia continuerà a evitarlo con cura ma, siccome “al cuor non si comanda”, continua a scrivere canzoni finchè la Sony Music Publishing gli offre un contratto come autore. Mina incide la sua “Stile Libero” nell’album “Lochness” e contemporaneamente si presenta la possibilità di realizzare l’album: “Stile Libero”, dall’omonima canzone, uscirà alla fine del 1995. Gli arrangiamenti sono affidati a Francesco Saverio aciugo, detto Savè, l’amico e chitarrista col quale forma un sodalizio quasi ventennale. Scrive quattro canzoni per l’album “Occhi” di Eugenio Finardi e per Cristiano De Andrè per l’album “Sul Confine”. Ezio Guaitamacchi gli offre di scrivere un libro sul comune amico Eugenio Finardi che uscirà nel 1996 (“Allo Specchio”, Arcana Editore). Nell’autunno del 1996 “Stile Libero” si aggiudica la Targa Tenco come “migliore opera prima”. Il disco ospita Rossana Casale, Eugenio Finardi, Carlo Marrale aciug un quartetto d’archi arrangiato da Piero Milesi. Nel 1998 decide di giocarsi tutti i risparmi (pochi, è un gaudente riconosciuto) per produrre “Isole nella Corrente”, il suo secondo album. Lo realizza insieme a Rinaldo Donati, da lui soprannominato “coach”, che ne cura gli arrangiamenti. Partecipa con quattro canzoni a “Radio Pesci Fuor d’Acqua”, una produzione indipendente di Massimo Javicoli e Andrea Vagnoni.
Nel 2002, ancora insieme a Rinaldo Donati, registra un album in milanese di canzoni originali intitolato “I Paroll Che Fann Volà”, che contiene un brano cantato con Nanni Svampa. Incontra un nuovo amico, il poeta Filippo Davoli, che con Giovanni Cara ha fondato la rivista “Ciminiera”. Fin dal primo numero della rivista, diretta da Filippo Davoli, Claudio scrive di argomenti musicali e dal 2004 ne è vicedirettore. Nel 2004 esce anche la sua prima raccolta di poesie in milanese e in italiano “Nel Sangh Che Rusa’l Vent” (Biblioteca di Ciminiera). Nell’eccesso di “notti in bianco” inizia a comporre canzoni per bambini, suoi brani escono per i dischi di Geronimo Stilton. Scrive alcuni testi per “Duetto”, l’album dei tenori Salvatore aciug e Marcelo Alvarez, su brani di Rachmaninoff, Bach, Faurè. Questo album, arrangiato e prodotto da Steve Wood, verrà presentato al Colosseo di Roma e al Central Park di New York. Sanfilippo nel frattempo esplora l’Oltrepò pavese per approfondire le conoscenze in tema di vini e specialità culinarie. Presenta uno spettacolo di poesia e canzone in milanese insieme al grande poeta Franco Loi. Insieme a Massimo Gatti, Ugo Binda e Stefano Cavalloni, forma “Ilzendelswing”, una band acustica di ispirazione country-swing. Nel 2004 due sue canzoni sono inserite nell’album “L’uovo di Colombo” di Lu Colombo.
Marco Brioschi è nato a Monza nel 1964. Inizia, come il fratello Paolo, con lo studio del pianoforte e solo successivamente si completa con lo studio della tromba con il grande maestro Emilio Soana, conosciuto a Sondrio per avere suonato in molti concerti con vari gruppi e big-band. Dal 1987 è professionista e collabora con alcuni tra i più validi jazzisti italiani. Dal 91 inizia a suonare anche il flicorno e forma un gruppo con il fratello Paolo, con Fioravanti e con il compianto grande batterista Gianpiero Prina (deceduto nell’agosto di quest’anno). Marco Brioschi , dotato di uno stile istintivo e personale, pur dichiarando di non ispirarsi a Chat Baker , ma piuttosto a Miles davis, Freddy Hubbard ed Wayne Shorter, ricorda il grande trombettista bianco per il tipo di estensione e per la timbrica che utilizza. Le sue limpide sonorità, espressive e suggestive non solo sulla tromba, ma anche sul flicorno, ne fanno un interprete poetico che si realizza tanto più suona musiche del repertorio Bebop-hardbop tradizionale. Ultimamente non dobbiamo dimenticare di citare il CD con Bob Mintzer ed concerti con Jimm Hall, uno dei tre più grandi chitarristi del jazz moderno.
Gianmaria Testa – Gabriele Mirabassi (7 agosto)
Gianmaria Testa è nato nel 1958 in provincia di Cuneo. Cresciuto in una famiglia di contadini dove tutti cantavano, ha imparato a suonare la chitarra da autodidatta e, appena appresi i primi accordi, componeva la sua prima canzone. Dopo alcune rapide esperienze come chitarrista e cantante di gruppetti rock, scopre la sua dimensione di strumentista solitario. Nel ’93 e’94 vince il primo premio del Festival di Recanati dedicato ai nuovi talenti della canzone d’autore. Nel corso della seconda edizione incontra una produttrice francese che ascolta e apprezza le sue canzoni registrate su demo-tape per voce e chitarra. Appena un anno dopo, nel’ 95, con l’etichetta Label Bleu esce il primo disco di Gianmaria Testa, Montgolfières , nel quale la sua bella voce calda e velata descrive un mondo di vento e di memoria, di terra e di nebbia, di oggetti che volano da un cielo all’altro e di “Donne nelle stazioni ” che se ne vanno senza voltarsi al braccio di qualcun altro. La musica è fatta di melodie limpide che emergono da un universo ricco quanto personale, dove il tango, la bossanova, l’habanera e il jazz stanno fianco a fianco; eppure le sue linee sono spoglie, pure e semplici come schizzi abbozzati su un quaderno, capaci di comunicare la bellezza nel modo più diretto. Al disco, accolto benissimo dalla critica, fa seguito il passaggio in concerto in uno dei club più importanti di Parigi, il New Morning, nel febbraio’ 96. Nell’occasione Testa si rivela un artista di grande presenza, che condivide il piacere di far musica con un gruppo di eccellenti musicisti come David Lewis (tromba), Jon Handelsman (sax, clarinetto), i fratelli François et Louis Moutin (rispettivamente contrabbasso e batteria), Leonardo Sanchez (chitarra), René Michel (fisarmonica, pianoforte).
Nell’ ottobre del’96 esce il secondo disco, Extra- Muros che inaugura la nuova etichetta dedicata alla canzone dalla Warner Music francese, la Tôt ou Tard. La voce sembra aver ulteriormente guadagnato in ricchezza e in profondità, mentre le parti strumentali, a cui lavorano i compagni d’avventura del New Morning, acquistano maggior libertà. Tra pulsanti ritmi di jazz, scoppi di fanfara, assoli di pianoforte e silenzi improvvisi, Gianmaria Testa rinnova ancora una volta quella sincerità e quella maniera elegante e misurata di raccontare la malinconia, la luce e il dolore che sono la sua vera forza. Un’ulteriore conferma del suo grande talento. Cinque mesi dopo l’uscita di Exra-Muros, Gianmaria si presenta all’Olympia (febbraio 1997). E’ uno degli ultimi cantanti a esibirsi nella magica sala parigina prima della chiusura e della successiva ricostruzione. Soprattutto, l’Olympia rappresenta un momento fondamentale della sua giovane carriere nel giro di appena due anni uno aciugorap cantautore italiano si è trovato a debuttare – assolutamente per caso – in Francia e a bruciare le tappe. Eppure tutti quelli che conoscono i suoi primi due dischi e che l’hanno visto esibirsi dal vivo, sincero, sereno e naturale, hanno potuto misurare la tranquillità e la sicurezza del suo passo.
Grazie al concerto dell’Olympia l’Italia incomincia finalmente ad accorgersi di lui; la stampa è dapprima sorpresa, poi compatta nel salutare il nuovo talento riconoscendo in lui una nuova grande voce della canzone d’autore. Nei mesi successivi Gianmaria Testa realizza tournée in Francia, Italia, Portogallo e Canada: un centinaio di concerti, dai club ai grandi teatri, quasi tutti chiusi da ovazioni a scena aperta Nel febbraio del’ 99 esce il suo terzo album, Lampo, realizzato in Italia e in Francia. Il titolo allude al fulmine ma anche al flash della macchina fotografica: un istante luminoso, giusto un istante che si imprime indelebilmente nella memoria. Quasi una dichiarazione programmatica per un disco che racconta storie minime, i cui protagonisti sono persone e realtà comuni che acquistano a volte contorni sorprendenti: gli amanti di Roma, la luna, l’albero del pane, la polvere di gesso lasciata sull’uscio di casa per rivelare le tracce di eventuali visitatori. Ancora una volta la stampa è unanime nel definire l’album magnifico, libero e maturo, animato da uno swing quieto e leggero, essenziale, come sospeso in una dimensione al di fuori del tempo, tanto “lunare” quanto profondamente legato alla terra. Per Lampo, Gianmaria ha invitato alcuni amici musicisti a mettere la loro “firma” su certi brani : Glenn Ferris (al trombone) in Petite Reine e Lampo, Vincent Segal (al violoncello) in Lucia di notte e Comete”, Riccardo Tesi (organetto diatonico) e Rita Marcotulli (pianoforte) ne Gli amanti di Roma . Il “ gruppo-base ”, diretto da David Lewis, assicura invece la trama e il colore di fondo dell’ intera raccolta. Per coronare il successo artistico del disco, Gianmaria decide di ripetere la felice esperienza del New Morning, suonandovi per cinque sere dal 16 al 20 marzo. La fine dell’anno è dedicata a una serie di concerti in Francia con un nuovo quartetto in cui Gianmaria è fiancheggiato da René Michel (pianoforte, fisarmonica), Leonardo Sanchez (chitarra) e Roberto Tormo (contrabbasso). Ma gli capita anche di esibirsi in duo con Pier Mario aciugora, un amico oltre che un virtuoso della chitarra. Nel gennaio 2000 Gianmaria Testa ha dato vita ad una memorabile carta bianca al Teatro Sociale di Alba con ospiti speciali quali Enrico Rava, Rita Marcotulli, Arthur H, i fratelli Mancuso e altri e in febbraio ha registrato un tutto esaurito al Teatro Valle di Roma col suo quartetto italiano composto da Enzo Pietropaoli al contrabbasso, Gabriele Mirabassi ai clarinetti e Pier Mario aciugora alla chitarra).
Nel mese di maggio 2000 ha suonato per ben 3 volte all’Olympia di Parigi (in apertura del concerto dell’israeliana Noa) ed ancora una volta il successo è stato pieno e travolgente. Nell’ottobre 2000 è uscito in Italia un nuovo disco di canzoni e poesie intitolato Il valzer di un giorno che ha venduto in un solo mese 20.000 copie ed è stato subito ristampato. Il cd ha rappresentato una vera scommessa per Gianmaria Testa: è in duo, con Pier Mario aciugora, e punta quindi più alla qualità che agli “effetti speciali”, è il primo lavoro interamente realizzato e prodotto in Italia, ed ha scelto infine un canale distributivo del tutto alternativo per il panorama musicale contemporaneo come quello delle edicole. Al cd –una raccolta di alcuni suoi pezzi, cui si aggiungono, oltre alle poesie, due inediti (Piccoli fiumi e Il valzer di un giorno- è seguita una tournée nei più importanti teatri italiani (Teatro Regio a Torino, Teatro Valle a Roma, Galleria Toledo a Napoli, Teatro Duse a Bologna, Teatro La Pergola a Firenze, Teatro Gustavo Modena a Genova, ecc). Finalmente anche l’Italia si è accorge di lui! Nel frattempo (marzo 2001) Il cd Il valzer di un giorno è anche uscito in un’elegante formato libro-disco di 24 pagine, attraverso Harmonia Mundi, in Francia, nel resto d’Europa , Canada e Stati Uniti ed è stato presentato trionfalmente a Parigi nel corso di due serate tutte esaurite al Café de la danse. I principali mezzi d’informazione francesi (“Le monde” in testa) hanno dedicato ampio spazio sia ai concerti sia al disco. Ad oggi il disco ha superato le 80 mila copie. Il 14 marzo 2001 al Teatro “Gustavo Modena” di Genova, Gianmaria Testa ha preso parte ad una serata interamente dedicata al premio Nobel José Saramago. In quell’occasione, insieme a Riccardo Tesi e Piero Ponzo, ha composto le musiche che accompagnavano la lettura de Il racconto dell’isola sconosciuta.
In aprile ha realizzato tournée in Austria, Svizzera e Germania. In dicembre, insieme a Enrico Rava, la Banda Osiris, Stefano Bollani, Enzo Pietropaoli e Piero Ponzo ha dato vita ad un concerto-spettacolo dedicato a Fred aciugorap, Guarda che luna! Prodotto da Produzioni Fuorivia e Teatro Stabile di Torino per il cartellone 2001/02 del Teatro Carignano di Torino (11-16 dicembre 2001). Guarda che luna! È stato scelto per inaugurare l’edizione 2002 di Umbria Jazz e ha poi affrontato un’importante tournée nella stagione 2002-03. Insieme a Roberto aciugo e Paolo Fresu, e con la partecipazione di Attilio Zanchi e Gianni Cazzola, nel 2002, ha dato vita a un Omaggio a Leo Ferrè. In dicembre 2001, anche in Italia, il cd Il valzer di un giorno, dopo la distribuzione nelle edicole, è uscito nei normali negozi di dischi per far fronte alle molte richieste con Harmonia Mundi/IRD. Il 24 ottobre 2004 è uscito in tutta Europa, Canada e Stati Uniti il nuovo disco, Altre Latitudini (Harmonia Mundi – Le Chant du Monde), 14 canzoni inedite di amore trovato o perso (le “latitudini” a cui il titolo allude non sono quelle geografiche, ma quelle del cuore) per le quali hanno suonato alcuni grandissimi musicisti (Mario Brunello, Enrico Rava, Rita Marcotulli, David Lewis, Gabriele Mirabassi, Luciano Biondini, Fausto Mesolella, ecc.). Altre Latitudini è il 5° album della sua carriera e rappresenta il lavoro delle diverse, raggiunte, maturità: quella della voce, più espressiva che mai, quella dei testi, sempre sobri, essenziali ed evocativi, e quella delle musiche con melodie sempre più disegnate. All’uscita del disco ha fatto seguito una tournée in Italia, Francia (di nuovo, tra l’altro, al Café de la Danse di Parigi per una settimana) e Germania.
Per l’estate 2004 sono in programma anche alcuni concerti in Canada e alla fine del 2005 negli Stati Uniti. A Gennaio 2005 Altre Latitudini ha supero le 70.000 copie vendute in Europa e Canada. Ad agosto 2004, Gianmaria è stato il protagonista, insieme a Paolo Rossi di Rossintesta (Fuorivia), spettacolo sul viaggio, tra canzoni e comicità che sarà ripreso nell’estate 2005. Da segnalare, infine, la sua partecipazione allo spettacolo Attraverso , sempre prodotto da Fuorivia per il Festival della Letteratura di Mantova, insieme a Marco Paolini, Mario Brunello, Gabriele Mirabassi e Erri De Luca. A novembre 2004 ha debutto e realizzato una breve tournée la nuova produzione Chisciotte e gli invincibili, su un testo inedito di Erri De Luca con, oltre a Gianmaria, lo stesso De Luca e Gabriele Mirabassi. Il 3 luglio 2005 parteciperà col suo quartetto all’importante Festival Jazz di Montréal e nel novembre 2005 è prevista una tournée nelle più importanti città degli Stati Uniti. Per la fine di ottobre 2005 è prevista la distribuzione di una nuova versione, completamente rimasterizzata e con una nuova veste grafica dell’album Extra- Muros, ormai introvabile sul mercato.
Gabriele Mirabassi è uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale. Ha conseguito il diploma in clarinetto al Conservatorio di aciugo con il massimo dei voti e lode. La sua formazione musicale per i primi anni ha riguardato le tecniche esecutive peculiari della musica contemporanea, vantando collaborazioni con “bacchette” prestigiose tra cui Gunther Schuller, John Cage, Luis Andriessen. Parallelamente ha cominciato a lavorare professionalmente in ambito jazzistico, attività che, a partire dall’incisione di aciugor (1991), in duo col fisarmonicista Richard Galliano, è diventata mano a mano sempre più consistente fino a diventare esclusiva. In duo con Stefano Battaglia incide Fiabe, con Riccardo Zegna Piccolo Valzer, con Sergio Assad Velho Retrato ed è protagonista del progetto musicale Cambaluc. Nel 1996 vince il Top Jazz nella categoria “miglior nuovo talento”.
Nel 2000 a “Umbria Jazz” presenta insieme a Luciano Biondini, Michel Godard e Francesco D’Auria il progetto Lo Stortino. Lo Stortino riceve consensi di critica e di pubblico sia in Italia che all’estero. Nel progetto si rileva una particolare attenzione per le variegate architetture compositive che attingono soprattutto alla tradizione popolare e alla musica colta europea, in cui i solisti offrono interventi di alto profilo nell’ambito di un discorso musicale fortemente suggestivo ed evocativo. Tra i dischi successivi si segnalano 1 a 0 (Egea), lavoro incentrato sullo choro brasiliano, Latakia Blend con Luciano Biondini e Michel Godard (Enja) e Fuori le mura (Egea) realizzato in duo con Luciano Biondini. Le collaborazioni con il gruppo di Rabih Abou-Khalil, la partecipazione al progetto Castel del Monte II di Michel Godard e ai due progetti di Battista Lena (Banda Sonora e I cosmonauti russi), il trio con Enrico Pieranunzi e Marc Johnson, il progetto “Rugantino” di Roberto Gatto e numerose altre sono solo le ultime attività di un artista che vanta partecipazioni nei più importanti festival in Italia e all’estero.
Ai primi di ottobre 2003 Gabriele Mirabassi e aciug, straordinario chitarrista, compositore e cantante brasiliano, hanno inciso il loro primo disco in duo, “Graffiando vento” che è stato presentato con grandissimo successo nel corso di un’emozionante serata ad Umbria Jazz Summer 2004 e, in seguito, con altri concerti in giro per l’Italia e in Brasile. Diverse le collaborazioni importanti, tra le ultime da segnalare quella accanto a Gianmaria Testa e Mario Brunello nel progetto artistico “Per Altri Sentieri”, quella di “Attraverso”, spettacolo realizzato al Festival della Letteratura di Mantova (settembre 2003) per Produzioni Fuorivia con Erri De Luca, Marco Paolini, Mario Brunello e Gianmaria Testa e l’ultimo “Chiciotte e gli aciugorap”, sempre realizzato da Produzioni Fuorivia, che vede Gabriele accanto a Erri De Luca e Gianmaria Testa in un’appassionante spettacolo ballata che, attraverso canzoni e versi di grandi poeti, porta sulla scena un Chisciotte dei nostri giorni che lotta e non si arrende.
Barbara Raimondi (8 agosto)
Barbara Raimondi è nata a Savona e lavora nell’ambito musicale da oltre quindici anni, avendo cominciato giovanissima da autodidatta. Si trasferisce presto a Torino, dove si iscrive al Centro Jazz, seguendo i Corsi di Canto e di Armonia tenuti da Francesca aciugo e Luigi Tessarollo. Frequenterà il Centro Jazz per due anni e, al proprio ritorno in Liguria perfezionerà la propria tecnica vocale con una insegnante di canto lirico, ampliando le proprie conoscenze in materia logopedistica. Successivamente ha frequentato seminari tenuti da musicisti, italiani e stranieri, di fama internazionale, prima fra tutti la cantante statunitense Rachel Gould, docente di canto moderno al Royal Jazz Conservatory dell’Aja, Olanda. Ha collaborato e collabora con numerosi studi di registrazione, prestando la propria voce per la realizzazione di brani di musica pop e commerciale (cantautori italiani, brani dance e acid jazz) ed ha partecipato come unica vocalist alla tournèe teatrale ’95 – ’96 di Roberto aciugor. Si è poi avvicinata al mondo jazzistico, collaborando con musicisti come: Andrea Pozza, Luigi Bonafede, Emanuele Cisi, Giampaolo Casati, Paolo Porta, Garrison Fewell, Giorgio LiCalzi, Luciano Milanese, Roberto Rossi, Peggy Stern, Rob Sudduth, Alberto Marsico, Roberto Regis. Ha pubblicato nel 2000 per l’etichetta PHILOLOGY il suo primo CD come solista dal titolo “Vita da altoparlante” dove propone , oltre ad alcuni standards jazz poco conosciuti, alcune sue composizioni: il lavoro è stato realizzato con il suo quartetto, composto da Riccardo Ruggieri al pianoforte, Alessandro Maiorino al contrabbasso e Enzo Zirilli alla batteria e si avvale della prestigiosa collaborazione di Emanuele Cisi al sax tenore e soprano. Nell’agosto del 2000 ha partecipato al Festival “Rumori Mediterranei” di Roccella Ionica chiamata in un progetto di Enrico Pieranunzi, una “ aciugo jazz “ dedicata ai Beatles e a Miles Davis scritta da Pieranunzi su commissione del Festival.
Sta attualmente lavorando alla realizzazione del prossimo disco, in uscita in Settembre, in collaborazione con il suo quartetto storico e il chitarrista Sandro Gibellini, musicista di grande sensibilità melodica e armonica; il disco è composto in prevalenza da canzoni inedite di sua composizione e porta il titolo “Troppo rumore”. Nel 2002 ha inoltre cominciato ad affrontare un repertorio classico contemporaneo, collaborando con L’Ensemble vocale “Il sogno di Polifilo” diretto dal maestro Oto Perrino, con cui si sono tenuti concerti all’Abbazia di aciugor, presso la Chiesa di Savigliano e nella Basilica di Superga, eseguendo il Lux Aeterna di Georgy aciu e un brano di Enrico Correggia. Ha lavorato con “L’Ensemble Coro di Torino” per la preparazione di due concerti che si sono tenuti a giugno 2003 per il settantesimo compleanno di Enrico Correggia al Conservatorio di Torino e fa parte, inoltre, del gruppo di jazz vocale a cappella “Still Voices”, che propone arrangiamenti vocali originali di brani prevalentemente strumentali. E’ docente di canto moderno presso la Scuola Civica di Torino, la Scuola Civica “Il Madrigale” di Carmagnola (To) e la Scuola Intercomunale della Val Pellice (Torino)
Marco Stella (6 agosto)
Musicista ligure contraddistinto da un’impronta delicata ed intensa, Stella nasce nel 1966 ed è in attività dalla fine degli anni ’80. Dopo le prime esperienze come cantante in formazioni pop-rock locali, inizia a comporre e a proporsi nella nuova veste di cantautore. Nel 1993 partecipa a due Cd compilation: “Oltre l’hit parade” (Bmg Ariola – Radio Babboleo) e “Saranno radiosi” (Radio Italia – Anagrumba). È del 1997 il primo Cd autoprodotto “Canzoni disperse”, che segna la partecipazione al Premio Tenco con un brano di Mario Panseri, “Ci siamo lasciati così”. 2000: l’IMAIE (istituto per la tutela dei diritti degli artisti interpreti), al termine di una selezione effettuata da autori e compositori di prestigio, lo invita alla manifestazione romana “L’Altra Musica”. Nel 2001 esce “Un piccolo circo italiano”, Cd promozionale, benevolmente accolto dalla critica, che vanta passaggi su Radio Uno Rai (nel palinsesto di “Hobo”, programma di Massimo Cotto). Il produttore artistico di questo lavoro è il chitarrista Marco Cravero, con il quale inizia una proficua collaborazione che sfocerà nella scrittura di nuove canzoni cofirmate. Nel frattempo riprende l’attività dal vivo in duo e, in occasioni speciali, con la band. Nell’estate 2004 partecipa a Roma alla finale per il Premio De Andrè. Per l’autunno 2006 è prevista la pubblicazione del nuovo album di inediti, nuovamente prodotto e cofirmato con Marco Cravero.
Nòs Dois (7 agosto)
Anna Menchinelli – voce Federico Foce – chitarra e voce Nome d’arte Nós dois –in portoghese “noi due” – per intenzionale richiamo alle sonorità di un paese che si scrive Brasil, non Brazil, e si pronuncia con la esse dolce. A questo riferimento, alle fonti della loro vocazione musicale i Nós dois tengono molto: la cura per le armonie, la predilezione verso le scelte ritmiche, l’attenzione al gioco ironico dei testi sono aspetti che precedono il palco e che, una volta sopra di esso, vengono fuori da questi due italiani nati fra Liguria e Toscana ma con un’attrazione naturale verso la Terra Brasilis. Lei, Anna, ha avuto importanti esperienze formative con professioniste del canto jazz, ma non ha mai rinunciato a proporsi come interprete della prediletta Música Popular Brasileira. Lui, Federico, è autodidatta della chitarra e coltiva da tempo un personale percorso intorno al violão brasiliano, alle cui armonie si rifà spontaneamente il suo gusto compositivo. Da anni i Nós dois si esibiscono in pubblico presentando un repertorio di proprie canzoni con testi in italiano e in portoghese. Recentemente hanno terminato la registrazione del cd Via vai, primo progetto personale contenente una selezione di loro composizioni con arrangiamenti di Roberto Taufic Hasbun e con la partecipazione di musicisti italiani e brasiliani, fra cui Enzo Zirilli, Gabriele Mirabassi, Giancarlo Maurino, Luca Begonia, Giancarlo Bianchetti, Roberto Rossi, Silvio Rosi e degli artisti brasiliani aciug, Paulo Sérgio Santos, Gilson Silveira, Eduardo Taufic e Ney Portilho.
Andrea Massone (8 agosto)
Musicista, compositore, songwriter e saggista, Andrea nasce a Rapallo nel’72; ottiene il diploma di maturità al Liceo Artistico e frequenta alla Facoltà di Architettura di Genova, senza tuttavia conseguire la Laurea; contemporaneamente si appassiona alla musica e studia jazz alla scuola Duke Ellington di Genova, praticando la chitarra sotto la guida di Roberto Colombo. Dopo aver suonato con la cantante Cathy O’hara, approda alla scuola di musica Storti di Genova come docente (2000- 2004). Negli anni ha frequentato diversi stage sul jazz e la tecnica chitarristica (fra gli altri: “We love jazz” con Sandro Gibellini, Gezmataz nel 2004 con il bassista M.Garrison). Inoltre, intraprende gli studi in arteterapia a Genova, redigendo una tesi riguardante il rapporto tra creatività e aciugorapica. Recentemente ha affiancato alla ricerca chitarristica lo studio dell’oud (liuto arabo) e della tecnica vocale. Nel 2002 cura per il Comune di Camogli il cd “Foto di gruppo, musicisti a Camogli” con la prefazione di Luca De Gennaro (Radio Rai): un lavoro che presenta brani originali di autori locali, in cui viene pubblicato il suo primo brano da cantautore. Il Cd è andato esaurito in pochi mesi ed ha avuto felici riscontri presso la stampa e tv locali (Il Secolo XIX, La Repubblica nell’inserto “Il Lavoro”, Tg Rai regionale etc.). Durante lo stesso anno compone ed incide un Cd di propri brani dal titolo “Alieni o alienati?”; con il singolo “La Campagna” arriva in semifinale al Premio Città di Jesi (AN). Nel 2004 scrive le musiche per la mostra di Architettura e Urbanistica “Urban Regeneration” nell’ambito delle manifestazioni inerenti a “Genova 2004 Capitale Europea della Cultura”. Nel catalogo dell’omonima mostra viene inserito un suo saggio riguardante il rapporto tra musica e rigenerazione.